Costituzione dell’Associazione

Con la firma dei quattro soci fondatori l’Associazione Uniti per Erchie si è costituita il 13 dicembre 2020, festa di S. Lucia. Il 16 dicembre sono state associate tutte le persone che hanno presentato richiesta di adesione. Ad oggi, l’Associazione conta 13 soci imprenditori e 36 soci ordinari. Nella prima Assemblea dell’Associazione che si terrà il 19 dicembre verrà definita la quota associativa annuale e sarà eletto il Consiglio Direttivo. A causa del Covid-19 ma anche perché molti soci non risiedono a Erchie, l’assemblea si terrà in forma telematica.

Ricordi di Erchie degli anni 60

Arrivano i signori.

I ‘signori’ che affittavano le case di Erchie per le vacanze estive arrivavano tutti insieme il primo luglio con donna di servizio al seguito. Nel pomeriggio si scaricavano i bagagli dalle macchine e il giorno dopo … tutti in spiaggia.

Per la verità alcuni signori, come il commendator Fabbri e il notaio Amarano, si erano fatti costruire le loro belle case e potevano venire a Erchie tutto l’anno. Prima dell’estate, nei mesi di maggio e giugno, a Erchie arrivava solo qualche famiglia di turisti stranieri, in genere tedeschi. Ma i mesi di luglio ed agosto erano riservati alla buona borghesia italiana proveniente da Napoli e da Roma. Famiglie di avvocati, dottori, dentisti, professori e imprenditori venivano ogni estate a Erchie per fare un mese o due di vacanza al mare.

Di anno in anno affittavano sempre gli stessi appartamenti, frequentavano lo stesso lido e prendevano sempre lo stesso ombrellone possibilmente in prima fila. I ragazzi dei villeggianti riprendevano i flirt interrotti alla fine dell’estate precedente, il paese si animava e un’atmosfera di festa riempiva l’aria.

La giornata dei villeggianti cominciava alle otto in punto con l’Ave Maria di Schubert che veniva messa a tutto volume sul bagno di Rafele, il lido Adriana. Le note dolci e melodiose della preghiera arrivavano dappertutto, perfino sulla Turina. C’era poi il pescivendolo che veniva con il suo furgoncino da Cetara e che girava per il paese gridando con voce cantilenante “o pisciaiolo! ‘e pisce frische”. Verso le dieci, i villeggianti cominciavano a scendere in spiaggia e il jukebox del Lido Adriana faceva partire la colonna sonora della giornata al mare con le note delle canzoni del momento: Voce ‘e notte di Peppino di Capri, Riderà di Little Tony, Abbronzatissima e i Vatussi di Sergio Endrigo, Sapore di sale di Gino Paoli, il Cielo in una stanza di Mina e l’immancabile Cuore di Rita Pavone.

Era bellissimo stare in spiaggia al mattino: il mare azzurro e limpido, il sole caldo, l’aria tersa e asciutta, il maestrale che ancora non si era messo a soffiare forte ma cominciava a increspare appena la superfice del mare, le famiglie a chiacchierare tranquillamente sotto gli ombrelloni, i più giovani a tuffarsi o giocare a pallone sul bagnasciuga. Un’atmosfera di calma e serenità aleggiava su tutta la spiaggia e gli eventi si susseguivano secondo la consueta routine giornaliera.

Il commendator Fabbri partiva con il suo piccolo motoscafo per Cetara a comprare il solito pacco di giornali, il notaio Ammarano cominciava la spola con il suo fuoribordo tra la spiaggia di Erchie e le spiaggette vicine. Una coppia prendeva in affitto una delle iole di Baffone per raggiungere spiagge più esclusive e riservate. Fernando, Mandino e Biagio, dopo aver tirato su le reti, arrivavano sulla spiaggia con il pescato e i più fortunati o i soliti raccomandati si affrettavano a comprare il pesce fresco appena pescato. Anche Ciccio ‘astone veniva con la sua barchetta da Cetara per vendere il pesce sulla spiaggia sotto la Torre.

Verso le undici il jukebox del Lido Adriana si fermava per un attimo e dall’altoparlante arrivava l’annuncio che tutti i bambini aspettavano: “Sono arrivate le zeppole calde!”

La vita serale di Erchie era abbastanza animata ma tranquilla, a misura di famiglia. La colonna sonora serale veniva proposta dal jukebox dello chalet Arcobaleno, la ‘pista’, come veniva chiamata perché si poteva ballare su un’ampia pista circolare. La privacy dei clienti era protetta da cannucce e teloni che circondavano lo chalet da tutti i lati e i ragazzi si accontentavano a fare ‘muretto’ sul piccolo ponte di lato alla pista.

Più tardi nella serata, l’aria che sapeva di mare, si arricchiva del profumo della pizza di Federico.